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Il Consiglio di Stato ha accolto le nostre tesi e ha disposto l’assegnazione dei ricorrenti nelle scuole da loro prescelte e ancora libere.
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Il concorso nazionale prevedeva che la scelta della Scuola di specializzazione avvenisse solo in base al punteggio ottenuto. Così mentre i primi classificati hanno potuto scegliere dove immatricolarsi, con lo scorrimento della graduatoria le scelte si sono drasticamente ridotte. In molti, quindi, non trovando posto nelle scuole di interesse hanno preferito rinunciare al posto, piuttosto che ripiegare in una branca di non gradimento.
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Il Miur avrebbe dovuto tenere conto di queste rinunce e rimettere i posti lasciati liberi a disposizione degli altri giovani camici bianchi classificatisi successivamente. Invece, in maniera del tutto immotivata, ha chiuso le graduatorie e lasciato fuori centinaia di medici, nonostante l’evidente presenza di moltissimi posti liberi.
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Assistiti dallo staff legale del nostro studio, i giovani medici hanno così potuto ottenere, grazie ai provvedimenti del Consiglio di Stato, la possibilità di proseguire gli studi.
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“Considerato, all’esito di una delibazione tipica della fase cautelare, che, risultando messi a concorso un numero di posti inferiore a quanto programmato nelle sedi competenti, – si legge nell’ordinanza – l’amministrazione deve procedere allo scorrimento delle graduatorie delle Scuole di specializzazione nei posti eventualmente disponibili nella sede richiesta, secondo l’ordine di priorità e nel rispetto della graduatoria ed entro i limiti della capienza finanziaria“.
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Adesso le varie Università dovranno fare una ricognizione dei posti e comunicare quanti di questi non sono stati assegnati e per quali Scuole, in modo da permettere ai ricorrenti di scegliere l’area medica in cui specializzarsi.
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22/04/2022