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Percorsi abilitanti: il bonus da 36 punti è illegittimo!

percorsi abilitanti

Tra i diversi profili di illegittimità emersi nell’ordinanza ministeriale n. 88 del 16 maggio 2024 relativa alle procedure di aggiornamento delle graduatorie provinciali (GPS) e di istituto e di conferimento delle relative supplenze per il personale docente ed educativo della scuola occorre soffermarsi sulla modifica della tabella di valutazione dei titoli.

Ricorso al TAR contro i percorsi abilitanti: un bonus da 36 punti illegittimo

Tra i diversi profili di illegittimità emersi nell’ordinanza ministeriale n. 88 del 16 maggio 2024 relativa alle procedure di aggiornamento delle graduatorie provinciali (GPS) e di istituto e di conferimento delle relative supplenze per il personale docente ed educativo della scuola occorre soffermarsi sulla modifica della tabella di valutazione dei titoli.

La detta tabella, allegata all’ordinanza, prevede che tutti i percorsi da 30, 36 e 60 CFU previsti dal DPCM 4 agosto 2023 valgano 24 punti aggiuntivi in graduatoria, per tutte le classi di concorso per cui il titolo è valido, che possono arrivare sino a 36 punti in base al punteggio conseguito.

È chiaro che tale punteggio ha un peso molto forte sul posizionamento in graduatoria dei docenti, basti pensare che 36 punti equivalgono a 3 anni di servizio!

Eppure, i suddetti percorsi abilitanti sono stati attivati per la prima volta quest’anno, non in tutti gli atenei e non per tutte le classi di concorso.

Peraltro il Ministero non ha fornito alcuna comunicazione sulla valutazione dei percorsi ai fini dell’aggiornamento delle GPS del corrente anno, così di fatto impedendo ai docenti una ponderata valutazione sulla scelta di conseguire questo titolo.

Di conseguenza si è concretizzata una evidente e palese disparità di trattamento tra i docenti che hanno deciso di intraprendere il percorso abilitante e coloro che non hanno neppure potuto iniziarlo, anche perché non attivo o non definito in tempi utili per l’inserimento in graduatoria.

Dunque, i docenti si troveranno inseriti in delle graduatorie totalmente stravolte, dove saranno facilmente “scavalcati” da coloro che hanno frequentato i percorsi abilitanti.

Alla luce di tali circostanze, le tabelle di valutazioni sono in parte qua assolutamente illegittime e saranno oggetto di un ricorso collettivo finalizzato a garantire una parità di trattamento tra i docenti, senza che possano trovarsi superati da coloro che abbiano acquisito il punteggio relativo ai titoli conseguiti ai sensi del DPCM 4 agosto 2023, quanto meno per l’a.s. 2024/2025, non avendo il tempo utile per conseguire il titolo.

 



17/06/2024

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