Il Tar del Lazio ha chiesto al Miur chiarimenti sulla questione relativa ai docenti abilitati in Bulgaria, ritenendo quanto meno non chiara la posizione del Ministero che, da più di un anno ormai, ha smesso di riconoscere il valore abilitante del titolo da essi acquisito.
Molti docenti infatti hanno ottenuto l’abilitazione in Paesi esteri come la Bulgaria, ma una volta inoltrata al Miur la domanda di riconoscimento (come previsto dal D.lgs. 6 novembre 2007, n. 206) hanno ottenuto una risposta negativa, motivata dalla mancanza del requisito di un “anno di esperienza professionale a tempo pieno nelle scuole statali bulgare durante i precedenti dieci anni”.
Il Tar del Lazio ha accolto l’istanza cautelare, ordinando all’amministrazione di fornire “dettagliati chiarimenti anche fattuali in ordine alle ragioni per cui ha ritenuto non regolamentata ai sensi dell’art. 13 co. 2 della Direttiva CE n. 36/2005 l’attività di insegnamento”. Una decisione questa, da parte del tribunale amministrativo, che apre le porte anche agli abilitati in Bulgaria, consentendo loro di ottenere il riconoscimento del titolo abilitativo, così come già accade per gli abilitati in Romania.
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02/01/2019